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Monday, April 26, 2010

Radio e fascismo

Radio e fascismo

La censura radiofonica

e la propaganda fascista*

La storia delle trasmissioni radio(1) in quanto fenomeno perfettamente inserito e imprescindibile della quotidianità della popolazione italiana ha inizio relativamente tardi, rispetto al medesimo panorama europeo. Se le prime leggi che regolamentano l’utilizzo della radio e che ne specificano il principio del controllo pubblico risalgono al 1810, laddove si parla dello stabilimento e l’esercizio di tutti gli impianti radio a terra e sulle navi riservati al governo, bisogna attendere il 1923 per avere nuove norme in materia di regolamentazione giuridica delle comunicazioni radio e il 1924 per la nascita delle prime trasmissioni radio per il pubblico in Italia.

Una delle ragioni fondamentali di tale ritardo è da ricercarsi nel complessivo arretrato livello di vita della società italiana; se infatti non mancavano né un adeguato livello di studi o tecnologico né un supporto forte nel campo dell’energia idroelettrica, il fenomeno radiofonico stentò a decollare, complice una certa ristrettezza e sfiducia del dibattito politico che non attribuiva molta credibilità alla funzione della diffusione delle idee e della propaganda. Tale evidente sfiducia dello Stato pesò notevolmente sui cittadini o enti che erano muniti di apparecchi riceventi e la conseguente scarsità di possibili ascoltatori impedì per molto tempo una qualsiasi attività radiofonica di rilievo.

Il suddetto principio sarà destinato ad avere conseguenze assai rilevanti nei decenni seguenti e sarà, in un certo modo, legato alla nascita delle prime ---> continua a leggere

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